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Pelle dei bambini al sole: chi ben comincia…

Pelle dei bambini al sole: chi ben comincia…
“Proteggere i bambini dal sole è un investimento in salute”, consigliano i dermatologi in estate. Le ricerche, infatti, attestano che il numero di gravi scottature subite da piccoli è direttamente correlato alla probabilità di sviluppare un melanoma. Da qui l’importanza di usare regolarmente creme protettive. La pelle del bambino, tra l’altro, non è mai sufficientemente protetta.
Qualche dato per inquadrare il problema.
 Il 57% dei bambini ha già subito un eritema durante la sua infanzia.
 È noto che circa il 70% dell’esposizione totale di tutto il corso della vita si concentra entro i 17 anni e che la dose annuale di raggi UVB che colpisce un bambino è 3 volte superiore rispetto all’adulto.
 Soprattutto nel periodo delle vacanze, 1 bambino su 2 è esposto al sole in media 3 ore al giorno e, più della metà, durante
le ore più pericolose (dalle 11 alle 16).


Il parere dell’esperto
La pelle del bambino è sicuramente una pelle delicata. È una cute a tendenza atopica, più fragile di quella dell’adulto, in quanto è in grado di difendersi meno dalle aggressioni degli UV e conserva per molti anni la ‘memoria’ dei colpi di sole. La dottoressa Magda Belmontesi, dermatologa, spiega le peculiarità della pelle dei piccini. “Nell’epidermide le cellule pigmentarie (melanociti) sono meno abbondanti e poco pigmentate fino a 1 anno, quindi meno efficaci nella protezione rispetto all’adulto. Le cellule immunitarie protettrici (cellule di Langherans) non hanno raggiunto ancora la maturità, quindi sono più sensibili agli UV. La coesione delle cellule è minore e i raggi possono penetrare con più facilità, aumentando la sensibilità cutanea. Il derma è più sottile che in età matura, con fibre di collagene ed elastina in maturazione fino al terzo anno. Sette, invece, sono gli anni necessari allo sviluppo delle ghiandole sebacee, che però si attiveranno soltanto con la pubertà con l’avvio dell’attività ormonale, ragion per cui la cute infantile, povera di lipidi di barriera, è tendenzialmente secca. Infine le ghiandole sudoripare, immature sino a 3 anni, producono poco sudore, per disperdere il calore immagazzinato. Il classico colpo di calore, tra l’altro, può essere molto grave per un bambino, con disidratazione acuta e necessità di ricovero”.

I consigli di Skin Cancer Foundation
Dall’organizzazione internazionale impegnata nella ricerca e diffusione di programmi educativi volti a ridurre l’incidenza del cancro della pelle, i suggerimenti salienti per prevenirne l’insorgenza.
1. Tenete lattanti e bambini piccoli al riparo dal sole durante il primo anno di vita.
2. Controllate l’orario: i raggi solari sono più intensi tra le 10 e le 14 (tra le 11 e le con ora legale).
3. Coprite i bambini ad alto rischio (carnagione chiara con capelli biondi rossi e occhi chiari) con cappello, maglietta a maniche lunghe e pantaloni lunghi, usando tessuti a trama stretta e doppio strato se possibile. Per i neonati, una carrozzina con una tettoia è preferibile a un passeggino aperto.
4. Applicate una protezione solare anti UVA e UVB con SPF 50+ su tutte le zone esposte (senza tralasciare orecchie, collo, nuca, mani, dorso del piede) almeno 30 minuti prima dell’esposizione al sole e rinnovate l’applicazione ogni 2 ore e dopo ogni bagno.
5. Utilizzate una protezione ad alta tollerabilità, resistente all’acqua, alla sabbia, al sudore.
6. Fate attenzione alle luci riflesse, superfici come sabbia, cemento, neve riflettono radiazioni nocive, proteggendovi anche all’ombra (quando arriva fino all’80% di UV), all’altitudine (dai 300 metri sul livello del mare la radiazione aumenta del 4- 5%) e latitudine (vicini all’equatore i raggi sono più forti).
7. Attenzione a particolari farmaci, la cui fotosensibilità produce eruzioni cutanee, arrossamento, gonfiore.