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Scottature: prevenzione e cura


Scottature: prevenzione e cura
‘Vacanzieri della domenica’ e ‘Tanning addicted’. Sono le ‘categorie a rischio’ in fatto di eritemi e scottature. I primi, avendo tanto agognato un po’ di vacanze, negate per impegni di lavoro o carenze economiche, si tuffano entusiasti al sole, restandoci per tutto il tempo che possono. I secondi, invece, insensibili agli appelli dei dermatologi, in fatto di rischi per la pelle, ma spinti da una forma di dipendenza agli effetti degli UV sull’umore, in senso euforizzante e antidepressivo, si crogiolano incuranti anche durante le ore più calde e assolate. Risultato? Il medesimo: eritema e colpi di calore, quando va bene, altrimenti spellature e scottature, che possono anche richiedere un ricovero. Se poi, a tutto ciò, si aggiunge che un’esposizione sconsiderata, soprattutto in età giovanile è foriera di carcinomi cutanei, mentre in età adulta espone al rischio di cheratosi e invecchiamento precoce, si capisce bene che proteggersi aiuta a salvare la pelle. Letteralmente.

Il parere dell’esperto
È evidente che la protezione solare è l'unica arma veramente efficace contro le scottature. Se non ci si protegge si rischia un eritema solare o, peggio ancora, di un'ustione vera e propria. “L'eritema solare è il primo passo verso la scottatura. Si presenta con pelle arrossata e la comparsa di tanti puntini dopo una notte di sonno agitato. Oltre al bruciore c’è il prurito, un sintomo fastidioso che rende il momento alquanto insopportabile. Avvicinando la mano alla zona interessata, si può avvertire il calore uscire dalla pelle”, spiega Magda Belmontesi, dermatologa. “L’ustione è il secondo grado della scottatura. Che appare da 1 a 6 ore dopo l’esposizione ai raggi solari, con picco massimo entro 24 ore, in cui la zona interessata si riempie di bolle piene di liquido. La pelle si presenta di un colore rosso intenso e gonfia, e il quadro clinico può completarsi con brividi e febbre, nausea e disidratazione. Posso essere concomitanti dolore ed irritazione agli occhi, come se “pungessero”, per l’eccessiva esposizione ai raggi ultravioletti. La scottatura grave richiede cure mediche per ridurre i rischi di infezione e prevenire la disidratazione, mentre per gli occhi è auspicabile una visita oculistica per poter stabilire se le cornee sono state danneggiate”.
Nonostante le persone di pelle chiara siano a maggior rischio, qualsiasi tipo di cute può subire i danni dei raggi solari. Una scottatura solare è simile a qualsiasi altro tipo di ustione, soltanto che insorge più lentamente. “L’esposizione moderata al sole scurisce la pelle chiara, ma abbronzarsi regolarmente per molti anni accelera l’invecchiamento della cute, caratterizzata da pelle inspessita, macchiata e solcata da profonde rughe. L’esposizione prolungata, soprattutto nei soggetti di razza bianca con più di 40 anni, è associata con la cheratosi attinica, una malattia cutanea preneoplastica. In più, gravi scottature nei primi anni di vita espongono al rischio di sviluppare, durante l’età matura, un melanoma maligno: un tipo di cancro della cute piuttosto aggressivo”.

Prevenzione & cura
Il modo migliore per prevenire eritemi e scottature è limitare l’esposizione diretta ai raggi solari, soprattutto tra le 10 e le 15. Durante queste ore, se si deve stare al sole, serve indossare abiti larghi in cotone e un cappello sufficientemente comodo per lasciare traspirare il cuoio capelluto. Va sempre ricordato che le radiazioni solari sono più forti alle altitudini più alte e alle latitudini del Sud, e che superfici come acqua e neve praticamente raddoppiano la quantità di radiazioni. Per questo in tali casi sono consigliate le protezioni waterproof, cioè resistenti all’acqua. Resistono ma non impermeabilizzano completamente, altrimenti formerebbero un film occlusivo dannoso per la pelle. La loro azione è condizionata da salsedine, cloro e sudore, nonché sfregamento con tessuti come il telo da bagno. Perciò è essenziale ripetere l’applicazione ogni 2 ore e, soprattutto, dopo ogni immersione in acqua, soprattutto nei primi giorni. Importante, pure, non lesinare, ma applicare almeno un grammo di crema per proteggere un’area di 20 centimetri quadrati.
Quando il danno è fatto, può aiutare fare un bagno fresco con alcuni cucchiai da tavola di bicarbonato, che allevia il prurito e l’infiammazione dell’eritema. Per ridurre l’arrossamento ci sono lozioni, paste e impacchi a base di calendula ed echinacea, mentre per dare sollievo alla cute secca e disidratata è perfetta l’aloe, evitando comunque l'esposizione al sole per almeno un paio di giorni. La pelle ustionata, invece, deve essere lavata con un detergente delicato con avena colloidale e asciugata tamponandola con un asciugamano morbido senza strofinare. Se necessario, sempre con il parere del medico, si può applicare una crema a base di cortisone ed antibiotico, ed assumere del paracetamolo per abbassare la febbre. Il sole va assolutamente evitato, fino a quando la pelle non sarà completamente guarita. Serve fare attenzione a non rompere le bolle formate, perché si rischia di infettare la pelle sottostante, né togliere la pelle se la bolla si rompe da sola.