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Pelle dalla salute alla bellezza. Guida pratica alla cura dermocosmetica.
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Dott.ssa Maria Gabriella di Russo
Medico Chirurgo
Specialista in Idrologia Medica
www.mariagabrielladirusso.it
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Geloni: quando la pelle soffre di più
Geloni: quando la pelle soffre di più
Le temperature rigide sono un duro banco di prova per la pelle. Che, durante i mesi invernali, rallenta le proprie attività, a causa di un meccanismo circolatorio che prende il nome di vasocostrizione. E così, per limitare la perdita di calore, concentrandola negli organi interni e vitali, l’organismo ‘sacrifica’ gli organi periferici, come appunto la pelle, contraendo il calibro dei vasi sanguigni cutanei.
Quando però al freddo segue un repentino innalzamento delle temperature, ad esempio quando si entra in un locale riscaldato, i vasi sanguigni, strozzati dal freddo, faticano a sopportare la dilatazione improvvisa e il fluido penetra nel tessuto adiacente.
L’esperto risponde
Inizialmente il gelone si presenta come una macchia rosso-violacea, leggermente tumefatta, mentre la pelle che lo ricopre è liscia e fredda al tatto.
“Con il passare del tempo l’eritema pernio, termine scientifico del gelone, può modificarsi”, spiega Magda Belmontesi, dermatologa. “Può rigonfiarsi, diventando doloroso e pruriginoso, e fessurarsi, aprendo la strada a germi patogeni, quindi alle infezioni, che incrementano il processo ulcerativo, creando vere e proprie croste.
Se il gelone è solo infiammato, senza ferite, è utile applicare una crema cortisonica, se invece sono presenti ferite o escoriazioni è necessaria una pomata antibiotica, per evitare le infezioni. Ogni terapia, tengo a sottolineare, va comunque concordata con lo specialista, per non incorrere in pericolosi effetti rebound, come ad esempio nell’uso prolungato di creme cortisoniche, che espone al rischio di sovra-infezioni batteriche”.
In caso di geloni serve migliorare la circolazione periferica, attraverso il massaggio oppure la “ginnastica vascolare”, immergendo la zona colpita per circa 20 secondi prima in un bagno freddo e poi in uno caldo, e ripetendo la procedura una ventina di volte. “Se sono interessati orecchie, naso o mento - aggiunge la dottoressa – si può frizionare la zona con un batuffolo di cotone imbevuto di alcol etilico, che favorisce la dilatazione dei capillari. Come spesso accade, però, la prevenzione è il miglior antidoto. Quindi guanti, calze spesse, calzature adeguate, copri-orecchi e creme molto grasse possono davvero fare la differenza”.
Le temperature rigide sono un duro banco di prova per la pelle. Che, durante i mesi invernali, rallenta le proprie attività, a causa di un meccanismo circolatorio che prende il nome di vasocostrizione. E così, per limitare la perdita di calore, concentrandola negli organi interni e vitali, l’organismo ‘sacrifica’ gli organi periferici, come appunto la pelle, contraendo il calibro dei vasi sanguigni cutanei.
Quando però al freddo segue un repentino innalzamento delle temperature, ad esempio quando si entra in un locale riscaldato, i vasi sanguigni, strozzati dal freddo, faticano a sopportare la dilatazione improvvisa e il fluido penetra nel tessuto adiacente.
L’esperto risponde
Inizialmente il gelone si presenta come una macchia rosso-violacea, leggermente tumefatta, mentre la pelle che lo ricopre è liscia e fredda al tatto.
“Con il passare del tempo l’eritema pernio, termine scientifico del gelone, può modificarsi”, spiega Magda Belmontesi, dermatologa. “Può rigonfiarsi, diventando doloroso e pruriginoso, e fessurarsi, aprendo la strada a germi patogeni, quindi alle infezioni, che incrementano il processo ulcerativo, creando vere e proprie croste.
Se il gelone è solo infiammato, senza ferite, è utile applicare una crema cortisonica, se invece sono presenti ferite o escoriazioni è necessaria una pomata antibiotica, per evitare le infezioni. Ogni terapia, tengo a sottolineare, va comunque concordata con lo specialista, per non incorrere in pericolosi effetti rebound, come ad esempio nell’uso prolungato di creme cortisoniche, che espone al rischio di sovra-infezioni batteriche”.
In caso di geloni serve migliorare la circolazione periferica, attraverso il massaggio oppure la “ginnastica vascolare”, immergendo la zona colpita per circa 20 secondi prima in un bagno freddo e poi in uno caldo, e ripetendo la procedura una ventina di volte. “Se sono interessati orecchie, naso o mento - aggiunge la dottoressa – si può frizionare la zona con un batuffolo di cotone imbevuto di alcol etilico, che favorisce la dilatazione dei capillari. Come spesso accade, però, la prevenzione è il miglior antidoto. Quindi guanti, calze spesse, calzature adeguate, copri-orecchi e creme molto grasse possono davvero fare la differenza”.