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Pelle dalla salute alla bellezza. Guida pratica alla cura dermocosmetica.
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Dott.ssa Maria Gabriella di Russo
Medico Chirurgo
Specialista in Idrologia Medica
www.mariagabrielladirusso.it
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Specialista in Idrologia Medica
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Smagliature: cosa c’è di nuovo?
Smagliature: cosa c’è di nuovo?
Le conosciamo tutti e molti le hanno sperimentate sulla propria pelle almeno una volta nella vita. Stiamo parlando delle ‘striae distensae’ o smagliature: sottili cicatrici in cui il tessuto diventa atrofico, quindi carente di elasticità e tonicità.
Il meccanismo per cui si generano non è stato del tutto chiarito. È certo invece che si localizzano nelle sedi di maggiore tensione cutanea e sviluppo del pannicolo adiposo, quindi la superficie posteriore delle braccia, il seno (nelle donne), l’addome (soprattutto intorno all’ombelico), i fianchi, glutei e cosce, come pure le ginocchia e la regione lombosacrale (negli uomini).
“Possono formarsi in seguito a patologie (tra cui malattie metaboliche ed endocrine come l’obesità) o in concomitanza con terapie farmacologiche (ad esempio con cortisone per via sistemica o topica per lunghi periodi). Poi contano condizioni fisiologiche quali pubertà, drastici aumenti di peso o dimagrimento, gravidanza e pratiche di sport, che possono far aumentare bruscamente la massa e il volume della muscolatura. Indubbiamente anche la predisposizione genetica conta molto. Indipendentemente dalla causa, le smagliature hanno un processo preciso: nella fase infiammatoria iniziale si presentano come linee di colore rossastro, per poi assumere un colore bianco perlaceo in quella atrofica finale”, spiega Magda Belmontesi, dermatologa.
Quali sono i pazienti a rischio? “Dai dati in nostro possesso – risponde Elisabetta Fulgione, medico estetico della Scuola Internazionale di Medicina Estetica - nel sesso femminile e nella razza bianca si osserva una maggiore incidenza nella pubertà (12-16 anni), mentre il picco massimo di comparsa (60-90%) è nell’età adulta (30-40 anni), in seguito a gravidanze, dimagrimenti o aumento di peso repentini. Nell’uomo, sebbene l’incidenza di comparsa delle strie sia notevolmente inferiore rispetto al sesso femminile (in un rapporto di due a uno), si possono osservare maggiormente in una fascia d’età compresa tra i 14 e i 20 anni.
Nuove cure
Tra i più recenti trattamenti, segnaliamo tre metodiche con differenti meccanismi d’azione.
Peeling PRX-T33. È un dispositivo medico non iniettabile a base di acido tricloracetico, sostanza con una energica azione esfoliante, usato però non più come peeling, ma come biorivitalizzante. Utilizzato con una concentrazione ridotta (33%) e addizionato con acqua ossigenata, che mitiga l’aggressività dell’acido, giunge nel derma superficiale (senza esfoliare l’epidermide), svolgendo un’azione biorivitalizzante, quindi stimola la produzione di collagene, elastina e acido ialuronico. Utile anche per trattare le rughe e l’acne, per via dell’azione antibatterica dell’acqua ossigenata, è un trattamento che non provoca bruciore e può essere effettuato anche in estate, purché si utilizzi un prodotto solare con filtro protettivo alto.
Biodermogenesi La metodica, frutto della ricerca italiana, sfrutta l’azione sinergica della radiofrequenza, associata a lievi impulsi elettrici erogati da un manipolo a forma di rullo. Collegato alla macchina, il rullo viene fatto scorrere sulle zone interessate dalle smagliature stimolando il tessuto cutaneo in profondità. Il trattamento migliora la funzione vascolare, l’ossigenazione e stimola i fibroblasti a produrre nuovo collagene. Il protocollo terapeutico è di norma composto da 15-20 sedute, da effettuarsi con una a cadenza di 2-3 la settimana.
Photo-needling Si tratta di un trattamento combinato che sfrutta l’azione della fototerapia e del needling.
Con il needling vengono create delle microlesioni cutanee, attraverso microaghi in acciaio chirurgico applicati a un piccolo cilindro in materiale plastico. Il modesto sanguinamento e il microtrauma indotti dagli aghi favoriscono la liberazione fattori della coagulazione e citochine pro-infiammatorie, che inducono la sintesi di componenti della matrice cellulare, tra cui il neocollagene.
Terapia fotodinamica, invece, è una metodica non invasiva che sfrutta le proprietà di alcune sostanze fotosensibilizzanti, applicate per via topica a determinate concentrazioni, che trasformano l’energia luminosa della sorgente a diodi (Light Emission Diode-LED) in energia chimica. Lo stimolo del metabolismo dei fibroblasti, con incremento della produzione di collagene di tipo I (quello più consistente), rende la fotodinamica sinergica con il needling nel rimodellamento del derma e nel miglioramento della texture dell'epidermide.
Il trattamento, consigliato soprattutto con smagliature larghe e depresse, prevede due fasi: prima il needling poi la terapia fotodinamica. Al termine, si ha un eritema e un’esfoliazione cutanea più o meno accentuata. Finita la quale, s’inizia ad apprezzare il risultato, con gli effetti che si stabilizzano dopo 4–5 mesi dal trattamento, in seguito alla formazione di nuovo collagene.
Le conosciamo tutti e molti le hanno sperimentate sulla propria pelle almeno una volta nella vita. Stiamo parlando delle ‘striae distensae’ o smagliature: sottili cicatrici in cui il tessuto diventa atrofico, quindi carente di elasticità e tonicità.
Il meccanismo per cui si generano non è stato del tutto chiarito. È certo invece che si localizzano nelle sedi di maggiore tensione cutanea e sviluppo del pannicolo adiposo, quindi la superficie posteriore delle braccia, il seno (nelle donne), l’addome (soprattutto intorno all’ombelico), i fianchi, glutei e cosce, come pure le ginocchia e la regione lombosacrale (negli uomini).
“Possono formarsi in seguito a patologie (tra cui malattie metaboliche ed endocrine come l’obesità) o in concomitanza con terapie farmacologiche (ad esempio con cortisone per via sistemica o topica per lunghi periodi). Poi contano condizioni fisiologiche quali pubertà, drastici aumenti di peso o dimagrimento, gravidanza e pratiche di sport, che possono far aumentare bruscamente la massa e il volume della muscolatura. Indubbiamente anche la predisposizione genetica conta molto. Indipendentemente dalla causa, le smagliature hanno un processo preciso: nella fase infiammatoria iniziale si presentano come linee di colore rossastro, per poi assumere un colore bianco perlaceo in quella atrofica finale”, spiega Magda Belmontesi, dermatologa.
Quali sono i pazienti a rischio? “Dai dati in nostro possesso – risponde Elisabetta Fulgione, medico estetico della Scuola Internazionale di Medicina Estetica - nel sesso femminile e nella razza bianca si osserva una maggiore incidenza nella pubertà (12-16 anni), mentre il picco massimo di comparsa (60-90%) è nell’età adulta (30-40 anni), in seguito a gravidanze, dimagrimenti o aumento di peso repentini. Nell’uomo, sebbene l’incidenza di comparsa delle strie sia notevolmente inferiore rispetto al sesso femminile (in un rapporto di due a uno), si possono osservare maggiormente in una fascia d’età compresa tra i 14 e i 20 anni.
Nuove cure
Tra i più recenti trattamenti, segnaliamo tre metodiche con differenti meccanismi d’azione.
Peeling PRX-T33. È un dispositivo medico non iniettabile a base di acido tricloracetico, sostanza con una energica azione esfoliante, usato però non più come peeling, ma come biorivitalizzante. Utilizzato con una concentrazione ridotta (33%) e addizionato con acqua ossigenata, che mitiga l’aggressività dell’acido, giunge nel derma superficiale (senza esfoliare l’epidermide), svolgendo un’azione biorivitalizzante, quindi stimola la produzione di collagene, elastina e acido ialuronico. Utile anche per trattare le rughe e l’acne, per via dell’azione antibatterica dell’acqua ossigenata, è un trattamento che non provoca bruciore e può essere effettuato anche in estate, purché si utilizzi un prodotto solare con filtro protettivo alto.
Biodermogenesi La metodica, frutto della ricerca italiana, sfrutta l’azione sinergica della radiofrequenza, associata a lievi impulsi elettrici erogati da un manipolo a forma di rullo. Collegato alla macchina, il rullo viene fatto scorrere sulle zone interessate dalle smagliature stimolando il tessuto cutaneo in profondità. Il trattamento migliora la funzione vascolare, l’ossigenazione e stimola i fibroblasti a produrre nuovo collagene. Il protocollo terapeutico è di norma composto da 15-20 sedute, da effettuarsi con una a cadenza di 2-3 la settimana.
Photo-needling Si tratta di un trattamento combinato che sfrutta l’azione della fototerapia e del needling.
Con il needling vengono create delle microlesioni cutanee, attraverso microaghi in acciaio chirurgico applicati a un piccolo cilindro in materiale plastico. Il modesto sanguinamento e il microtrauma indotti dagli aghi favoriscono la liberazione fattori della coagulazione e citochine pro-infiammatorie, che inducono la sintesi di componenti della matrice cellulare, tra cui il neocollagene.
Terapia fotodinamica, invece, è una metodica non invasiva che sfrutta le proprietà di alcune sostanze fotosensibilizzanti, applicate per via topica a determinate concentrazioni, che trasformano l’energia luminosa della sorgente a diodi (Light Emission Diode-LED) in energia chimica. Lo stimolo del metabolismo dei fibroblasti, con incremento della produzione di collagene di tipo I (quello più consistente), rende la fotodinamica sinergica con il needling nel rimodellamento del derma e nel miglioramento della texture dell'epidermide.
Il trattamento, consigliato soprattutto con smagliature larghe e depresse, prevede due fasi: prima il needling poi la terapia fotodinamica. Al termine, si ha un eritema e un’esfoliazione cutanea più o meno accentuata. Finita la quale, s’inizia ad apprezzare il risultato, con gli effetti che si stabilizzano dopo 4–5 mesi dal trattamento, in seguito alla formazione di nuovo collagene.