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 Difendi la bellezza del tuo sguardo

 Se non ci fossero bisognerebbe inventarli. Stiamo parlando dei fibroblasti, cellule preziose per mantenere una pelle elastica e giovane e aiutarla pelle a riprendersi dalle ferite.

 

Oggi si è scoperta una nuova potenzialità: i ricercatori della University of California San Diego School of Medicine, in uno studio pubblicato lo scorso dicembre sulla rivista scientifica Immunity, rivelano che alcuni fibroblasti possono convertirsi in cellule adipose, regalando alla pelle un aspetto giovane e paffuto, e producendo una proteina importante per contrastare le infezioni.

 

“I fibroblasti sono le cellule tipiche (e anche più numerose) del tessuto connettivo, in grado di produrre le componenti della matrice extracellulare”, spiega Magda Belmontesi, dermatologa a Milano e Vigevano. “Non hanno però una forma caratteristica: si trovano spesso lungo le fibre di collagene con una forma allungata a fuso, mentre in altre sedi assumono una forma a stella con vari prolungamenti”.

 

“I fibroblasti sono cellule molto ‘operose’: producono collagene, glicosaminoglicani (come acido ialuronico), glicoproteine e fibre elastiche che si trovano nella materia extracellulare. Possono tuttavia dare origine ad altre cellule, come appunto gli adipociti (cellule di grasso)”.   

 

Secondo il ricercatore Richard Gallo, direttore del Department of Dermatology at UC San Diego School of Medicine la diminuzione della capacità di trasformarsi in grasso dei fibroblasti compromette la risposta cutanea immunitaria e l’aspetto della pelle durante l’invecchiamento. 

 

D’altronde, nella formazione dello scudo antibatterico non concorre solo l’epidermide, che fornisce una vera e propria barriera fisica, costituita da cheratinociti morti, quindi in sostanza di sola cheratina, la cui desquamazione contribuisce alla rimozione di eventuali microbi depositatisi sulla sua superficie, ma entra in gioco anche il derma e il grasso in particolare.

 

 

Lo si evince da uno studio della medesima facoltà di Medicina dell'Università della California, pubblicato su Science nel gennaio 2015: le cellule adipose del derma profondo innescano una risposta immunitaria spontanea che incrementa la protezione dai batteri. In caso d’infezione microbica, la difesa messa in atto dall'organismo è complessa, ma prima che i globuli bianchi arrivino sulla scena serve una risposta immediata. Che arriva dalle cellule adipose del derma, i cosiddetti adipociti: a contatto con batteri invasivi, virus, funghi secernono una proteina antimicrobica, detta catelicidina, che il sistema immunitario sfrutta come arma per sconfiggere gli aggressori.

 

La ricerca del 2015 ha messo in evidenza anche che le cellule lipidiche mature producono meno peptidi antimicrobici e sono quindi più deboli a fronte di infezioni batteriche. Tre anni dopo, lo studio della medesima Università statunitense focalizza il ruolo dei fibroblasti.

 

Anche i fibroblasti, numerosi nella prima parte della vita, con il tempo si riducono e così diminuisce il loro effetto: la pelle perde progressivamente tono ed elasticità alla pelle e compaiono le prime rughe e segni di espressione.

 

Lo studio scientifico condotto da Gallo, accende i riflettori su una proteina, il fattore di crescita Tgf-Beta che impedisce ai fibroblasti di trasformarsi in cellule adipose, potenziando la produzione di catelicidina, quindi le difese.

 

Tra le cause che provocano il danneggiamento dei fibroblasti c’è sicuramente l’eccessiva esposizione al sole senza protezione adeguata, carenze di alimenti come antiossidanti, vitamine e minerali. E cosmetici non mirati.

 

“Oltre a proteggere la pelle da sole e smog, serve rigenerala con attivi selezionati. Come ad esempio il retinolo (vitamina A), un precursore dell’acido retinoico, i cui effetti positivi contro l’invecchiamento cutaneo umano sono stati dimostrati in vivo”. Continua Belmontesi: “Aumenta lo spessore dei cheratinociti nell’epidermide e migliora la matrice extracellulare, incrementando la vascolarizzazione cutanea e stimolando l’attività dei fibroblasti dermici per la produzione di collagene di tipo I, fibronectina (glicoproteina) ed elastina”.

 

 

Da SkinCeuticals il trio super potente

1. Previeni. Al mattino utilizza CE Ferulic, un siero antiossidante con vitamina C: previene l’aggressione degli agenti atmosferici che contribuiscono alla comparsa dei segni di invecchiamento prematuro.

 

2. Proteggi. Al mattino, subito dopo il siero, applica Mineral Radiance Uv Defense SPF 50, un fluido colorato con filtri 100% minerali, che offre una protezione ad ampio spettro contro i raggi Uva/Uvb.

 

3. Correggi. La sera, dopo aver eliminato ogni traccia di trucco e impurità, stendi Retinol 0.3: una nuova generazione di retinolo concentrato, con efficacia dimostrata, puro e incapsulato, per un rilascio controllato e una migliore tollerabilità, che combatte l’invecchiamento cutaneo. Di fatto corregge l’aspetto di rughe sottili e marcate, affina la texture della pelle e i pori, riduce la comparsa di macchie.