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La dieta "del piacere"

Saltare qualche volta i pasti è un sacrificio inutile. Dieta non significa sottrarre cibo all’alimentazione, dieta è modo di vivere, muoversi, mangiare, dormire e quanto altro caratterizzi lo stile di vita.
Quasi tutti hanno provato almeno una volta nella vita a seguire una dieta, raggiungendo i risultati più disparati. Il più frequente? Ottenere un successo temporaneo per poi riacquistare i chili persi e talora anche con gli interessi.
Molti sono gli errori, presenti in campo alimentare, per mistificazioni consumistiche, per fattori psicologici, per disinformazione, per pregiudizi. Si ricorre più spesso a “Diete Bizzarre” si colpevolizza ingiustamente il cibo come causa di disturbi di tutt’altra origine e natura. In realtà, sono molte le difficoltà che riguardano la questione “dieta” ma di tutte le più importanti sono due:
1. L’impossibilità di riuscire a seguire un programma alimentare restrittivo
2. Nel caso di una dieta riuscita, il mantenimento del peso raggiunto

Dieta = Privazione = Mortificazione

IL PIACERE DI FARE LA DIETA
Ciò che rende fallimentare le diete è che queste si basano sull’idea del controllo, delle limitazioni e del sacrificio, di conseguenza, prima o poi, diventano insopportabili poiché vanno ad interferire pesantemente con la sensazione fondamentale su cui si basa il nostro rapporto con il cibo: il piacere. Il comportamento alimentare è complesso, poiché dipende da più fattori: impulsi olfattivi, impulsi visivi, impulsi sensoriali ed impulsi emozionali. La decisione se mangiare o meno deriva da segnali neuro-chimici: i centri integratori sottocorticali bilanciano questi input. Il piacere, inoltre, ha basi bio-psicologiche, il desiderio di un determinato cibo è biologico quando ne abbiamo bisogno.
Cibo = Soddisfazione = Premio = Gratificazione = Consolazione
Sin dall’ infanzia,infatti, l’alimento viene percepito come premio per un buon voto, la giusta fine di un pasto completo, lo snack pomeridiano o spesso l’unico piacere di una giornata faticosa. Pertanto l’astinenza e/o la restrizione dal mangiare cibi “peccaminosi” è dettata dal solo dovere.
Durante il periodo di restrizione alimentare ed anche dopo, possono emergere diverse reazioni, più o meno razionalmente comprensibili, ma tutte con un denominatore comune “il tentativo di controllo che conduce alla perdita di controllo”. Tanto è vero che quando si decide di seguire una dieta, si decide di privilegiare il dovere, ovvero l’aspetto razionale, cercando di non tenere conto dei propri istinti primitivi. Eppure, da decenni, gli studi sulla nostra mente hanno dimostrato come questa sia un tutt’uno con le nostre sensazioni più primitive, che vanno gestite e non represse, altrimenti dalla “lotta” tra volontà e istintività possono emergere squilibri spesso responsabili non solo di incapacità personali, ma anche di severe patologie.
E’ inutile continuare a seguire diete “magiche” come se la soluzione fosse solo questa, conta delle calorie, grammi dei cibi, cibi si e cibi no, ed altro, il tutto senza tenere conto degli aspetti psicologici del rapporto con il cibo, che provocano invece i danni maggiori. La convinzione che se mi lascio andare al piacere sono destinato ad ingrassare è un pregiudizio razionalista da smontare. La sensazione del piacere vuole, dunque, essere il fondamento di un programma alimentare. Questo è il principio su cui si basa la “dieta del piacere”.
UN PUNTO FONDAMENTALE
Il punto fondamentale su cui si basa la dieta del piacere è “ se me lo concedo, posso rinunciarvi”. In altre parole, chi si astiene amplifica il desiderio da cui si è astenuto, chi si concede il piacere di ciò che desidera dopo un pò non lo desidera più così tanto. Se applichiamo questa evidenza dei fatti, ne deriva che se mi concedo ciò che mi piace, dopo un po’ questo cessa di piacermi così tanto e potrò rinunciarvi senza fatica e senza restrizione. Il primo passo per la costruzione di una dieta efficace è concedersi i cibi più desiderati, per renderli gradatamente meno attraenti e travolgenti, procedendo così paradossalmente rispetto alle usuali diete. La ricerca della qualità del piacere permette di gestire il controllo della quantità, poiché non solo elimina la frustrazione derivante dalla limitazione ai cibi ritenuti sani perché dietetici, ma orienta alla degustazione di ciò che ci piace di più.
La dieta del piacere vuole essere, pertanto, un aiuto per chi ha voglia di tentare soluzioni nuove liberandosi così dalle trappole psicologiche delle classiche diete. Il tutto, quindi é basato proprio sul piacere e non sul sacrificio e il controllo forzato, è caratterizzata da una alimentazione corretta ed equilibrata in tutti i suoi componenti, ed è suddivisa in 5 pasti giornalieri per determinare un miglior utilizzo dell’energia. Poiché nutrizione e dispendio energetico sono interdipendenti, il controllo del peso corporeo dipende, dall’equilibrio tra l’energia introdotta con gli alimenti e il consumo complessivo dell’organismo. Con gli alimenti introduciamo energia e principi nutritivi. L’energia in eccesso viene trasformata in grasso e accumulata.
I vari nutrimenti si trovano in quasi tutti gli alimenti in quantità diversa. Non esiste un alimento “completo” che da solo possa soddisfare tutti i fabbisogni nutrizionali e non esiste un alimento “insostituibile” perché ognuno ha pregi nutrizionali. La quantità e la qualità degli alimenti necessari per soddisfare il fabbisogno energetico dell’organismo varia nei due sessi, con l’età, con l’andamento stagionale e con l’attività fisica.
“Alimentazione Corretta” non significa “Alimentazione Austera e Sgradevole” ma “Alimentazione Sana ed Equilibrata” essenziale per la conservazione di un buono stato di salute.
Diete incomplete o carenti non forniscono il necessario fabbisogno proteico giornaliero provocando, così, un bilancio azotato negativo. Ciò induce una diminuzione delle proteine strutturali e funzionali presenti nella cute, muscoli, ossa, tendini, organi, per la sintesi di anticorpi, alcuni enzimi ed ormoni. Pertanto Supplementare e/o Integrare in certe situazioni risulta molto opportuno. La ottimizzazione degli “Intakes” di nutrienti può essere realizzata attraverso una migliore educazione ed informazione alimentare.
“La dieta è l’unico gioco che si vince quando si perde”