Oltre 2000 medici estetici provenienti da tutto il mondo si sono dati appuntamento al XIV Congresso Internazionale di Medicina Estetica, organizzato da Agorà-Amiest (Società Italiana di Medicina ad Indirizzo Estetico), lo scorso ottobre a Milano, per fare il punto sull’intero settore.
Quali i trend? “Il ridimensionamento volumetrico delle labbra, molto in voga nel 2000, è stato sostituito dalla ridefinizione del loro profilo, mentre tiene bene il filler riassorbibile a base di acido ialuronico”, risponde Alberto Massirone presidente del congresso. “Ma la vera novità – aggiunge il professore – sono i gettonatissimi trattamenti di biorivitalizzazione cutanea, anche in forma preventiva, realizzati con le tecnologie più innovative. Scompaiono dalla top five elettrolipolisi e riduzione della cellulite, che lasciano spazio al laser CO2 frazionato”.
Come è composto il target dei pazienti ‘estetici’ e cosa chiedono?
“Sono in aumento i giovani, dai 25 ai 35 anni), alla ricerca di soluzioni per combattere gli esiti cicatriziali di acne, gli uomini, in una fascia di età compresa tra i 40 e i 60 anni, come pure gli over 65, ossia donne che hanno un approccio più ‘riformistico’ che ‘rivoluzionario’ alla bellezza”, svela Magda Belmontesi, dermatologa.
“Chiedono di valorizzare la propria immagine senza modificarla, quindi ritocchi dai risultati naturali e non omologati. Secondo i dati di una ricerca del professor Finzi, sociologo, il 72% del campione cerca progressività, gradualità, continuità, mentre l’81% chiede di ‘non voler apparire più vecchia di quella che è’, quando invece prima puntava ‘a voler sembrare più giovane di quello che era’. In pratica si concretizza uno spostamento nelle attese dei pazienti che, alla correzione, preferiscono la cura.
D’altronde, la richiesta di trattamenti per migliorare la qualità delle pelle è sempre più elevata. Secondo le stime (BCC Research report on Anti-aging Products and Services: The Global Market), il mercato mondiale per la cura della pelle raggiungerà 15,7 miliardi di dollari nel 2013, quando nel 2008 era invece di 9,8 miliardi. Sempre più persone non vogliono un trattamento che porti a un cambiamento, bensì un qualcosa che ‘si prenda cura’ della loro pelle in modo efficace”, precisa la dottoressa.
Ma cosa s’intende esattamente per cura della pelle? “Innanzitutto mantenere sempre un grado di idratazione equilibrato e corretto nella cute. Poi conservare e migliorare le proprietà elastiche, di morbidezza e flessibilità, prevenire e ridurre l’ispessimento della texture e delle linee sottili, infine mantenere e ottimizzare la compattezza e il turgore”, spiega Belmontesi. Che motiva: “lo stato di idratazione del derma ha un ruolo di primaria importanza
nel determinare le proprietà fisiologiche della pelle. La sua riduzione è il principale fattore alla base delle modificazioni osservate nell’invecchiamento cutaneo”.
Il trend della cura è sulla bocca delle donne. “Che non vogliono più ‘rifarsi le labbra’, ma ‘mantenere labbra giovani’, quindi non aumentare il volume, ma ringiovanirle”, precisa Belmontesi.
L’approccio curativo con trattamenti iniettivi, finalizzato al mantenimento e al miglioramento della qualità della pelle, si avvale soprattutto di gel a base di acido ialuronico, secondo protocolli diversi e con tecniche diverse. “L’acido ialuronico NASHA™ è caratterizzato dalla caratteristica di essere ‘stabilizzato’. Ciò significa che l’acido ialuronico, una volta iniettato, agisce come una riserva di idratazione profonda (Deep Skin Hydration) che lavora in equilibrio dinamico con le necessità del derma. Poi conta anche un’altra caratteristica peculiare di questa tecnologia, la degradazione isovolemica, che consente alle microgocce di acido ialuronico di legare acqua nel derma, cedendola gradualmente in base alle esigenze di idratazione profonda, favorendo un recupero di turgore e compattezza, come attestano i risultati clinici, peraltro supportati da pubblicazioni scientifiche che avvalorano con valutazioni strumentali l’efficacia del trattamento”, afferma Belmontesi.
L’esperto risponde
Tra gli ultimi nati nel panorama dei filler a base di acido ialuronico cross-linked, s’inserisce la linea Emervel, con 5 versioni adatte a correggere diversi tipi di gli inestetismi.
Il filler ha un ottimale bilanciamento tra morbidezza e consistenza, studiato per consentire al gel di integrarsi perfettamente nella sede, superficiale o profonda, dove viene iniettato, permettendo così una correzione plastica, naturale e morbidissima.
Emervel, sviluppato con rigore farmaceutico e messo in commercio dopo alcuni anni di studi, utilizza una nuova, importante tecnologia (Optimal Balance Technology) che, pur mantenendo inalterato il ‘cuore’ della molecola, cioè la concentrazione di acido ialuronico, varia l’equilibrio tra la dimensione delle particelle (calibro) e il grado di reticolazione (cross-linking o consistenza del gel). “Non è solo la dimensione delle particelle di acido ialuronico a rendere un filler più o meno indicato al risultato che si cerca: la buona resa estetica di un gel iniettivo è determinata anche da altri importanti fattori, come ad esempio la consistenza. Le tecnologie più avanzate permettono di ‘giocare’ tra cross-linking (legami fra le catene di acido ialuronico) e calibrazione delle particelle del gel, per ottenere filler più morbidi, adatti a iniezioni superficiali, o filler più ‘forti’ e consistenti, adatti alle iniezioni profonde, perché capaci di ‘sollevare’ i tessuti”, spiega Maria Gabriella Di Russo, medico estetico. “In sostanza Emervel è un filler morbido con cui è possibile ottenere risultati di grande naturalezza. È adatto anche per le donne con invecchiamento lieve-moderato, per le zone dove la pelle è più sottile, per chi non ha una buona copertura tissutale”.