Autoabbronzanti: come e perché
Da una parte, il benefico effetto della tintarella, capace di appagare la mente, grazie all’esito ‘bonne minne’ (buona salute) della colorazione sulla pelle. Dall’altra, i rischi delle radiazioni solari che, specie in fototipi chiari, quindi con scarsa protezione melaninica, danneggiano in superficie come in profondità la pelle. E il dilemma si ripresenta: sole o non sole? La risposta sta, ovviamente, nella moderazione, nonché in un corretto utilizzo della protezione solare. Chi invece vuole godere in anticipo dei benefit dell’abbronzatura, può sempre far ricorso agli autoabbronzanti. Che, seppur scoperti per caso e nonostante gli iniziali effetti tendenti all’ocra, offrono oggi una qualità cromatica che mima la gamma dei toni naturalmente abbronzati.
Un caso di serendipità…
Il meccanismo d’azione degli autoabbronzanti è stato scoperto per caso nel 1920, mentre si stava studiando l’utilizzo di un dolcificante per diabetici. Si notò, infatti, che lo zucchero, arrivando alla pelle attraverso la saliva, le conferiva un colore marrone scuro non rimuovibile con l’acqua o lo sfregamento. Il prodotto fu commercializzato intorno agli anni ‘50 come autoabbronzante, senza tuttavia suscitare grandi entusiasmi, a causa del colore tendente all’arancio delle prime preparazioni. La sostanza-chiave nel processo autoabbronzante è il diidrossiacetone (DHA), un carboidrato che, interagendo con le proteine presenti nell’epidermide, conferisce il caratteristico colore ‘ambrato-abbronzato’, mentre l’omogeneità delle attuali formule è assicurata dall’eritrulosio, che protegge dal colorito ‘macchia di leopardo’.
Il parere dell’esperto
Anticipare l’appuntamento con la tintarella naturale o posticipare (il più possibile) la sua scomparsa. Ecco due buoni motivi per ricorrere agli autoabbronzanti. Ma sono davvero sicuri? “Di norma i cosmetici di oggi hanno alti profili di sicurezza. Il diidrossiacetone, in particolare, non è tossico, reagisce solo con gli strati superficiali della pelle, costituiti da cellule ‘morte’, destinate a essere eliminate. Gli autoabbronzanti di ultima generazione, inoltre, sono spesso arricchiti con sostanze funzionali, antiossidanti e idratanti, utili al benessere cutaneo. Tuttavia gli autoabbronzanti non contengono protezione solare, a meno che non sia segnalata in etichetta”. Le proprietà coloranti del diidrossiacetone sono infatti dovute alla sua capacità di reagire con la cheratina dell’epidermide. Così si formano le melanoidine, sostanze colorate giallo-brune che conferiscono alla pelle l’aspetto abbronzato. Il colorito ottenuto non protegge dalle radiazioni solari, perché nel processo non si produce melanina, la naturale protezione cutanea, quindi serve applicare una protezione esponendosi al sole”, risponde Magda Belmontesi, dermatologa. Pur agendo velocemente, dopo 30 minuti si cominciano ad apprezzare gli effetti, che raggiungono il picco massimo nelle successive 3 ore, i loro esiti si protraggono nel tempo, circa 2-3 giorni (il tempo del normale rinnovamento degli strati superficiali della cute), lasciando la pelle colorata e mitigando anche eventuali imperfezioni cutanee.
Poi conta come si usano…
Piccola guida all’utilizzo degli autoabbronzanti.
 Il picco nella formazione delle melanoidine avviene a pH5, perciò è meglio evitare di applicare l’autoabbronzante dopo l’utilizzo di un sapone alcalino, eliminando anche eventuali sostanze oleose che possono interferire con la reazione.
 Le zone del corpo più ricche di proteine o cheratosiche (ad esempio gomiti e ginocchia) pigmentano maggiormente, ragion per cui è utile eseguire prima dell’applicazione uno scrub per rimuovere le cellule morte, che, tra l’altro permette una migliore uniformità e durata del colore.
 Applicare il prodotto a piccole dosi e su cute asciutta, in quanto la pelle umida potrebbe alterare l’uniformità del risultato, stendendolo in modo omogeneo.
 Prestare attenzione a non sfumare il prodotto sulla attaccatura dei capelli (specie se bianchi o biondi) e sulla zona delle sopracciglia, perché c’è il rischio che si colorino.
 Lavare le mani (includendo gli spazi tra le dita e i lati) almeno ogni 5 minuti, se la stesura richiede più tempo, e comunque dopo l’applicazione, usando anche uno spazzolino da unghie, in quanto essendo composte prevalentemente da cheratina, potrebbero colorarsi indelebilmente.
 Se si usa uno spray, nebulizzarlo rapidamente, facendo attenzione a non passare due volte su una stessa zona.
 Dopo l’applicazione aspettare una decina di minuti prima di truccarsi o vestirsi, in quanto il diidrossiacetone potrebbe macchiarli.
 Per assicurarsi un effetto eclatante e duraturo, mantenere la pelle bene idratata.