Il portale della BELLEZZA della Dottoressa Magda Belmontesi

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Belle senza bisturi? 

I dati ASAPS (American Society of Aesthetic Plastic Surgery), riportati anche dall’autorevole blog d’informazione Huffington Post, parlano chiaro: “Gli ultimi dodici mesi è stato il periodo in cui le procedure non invasive per il ringiovanimento del viso hanno raggiunto il picco massimo con un aumento del 6% e un totale di oltre 13 milioni di procedure”.

La chirurgia cede quindi il passo alla medicina estetica. È il dato saliente che proviene anche dal XV° Congresso Internazionale di Medicina Estetica Agorà Milano, lo scorso ottobre. Secondo le statistiche, se nel 1997 il rapporto era a favore dei trattamenti chirurgici (55 contro 45%), nel 2012, complice sicuramente la crisi, la situazione si è ribaltata, registrando l’83,28% per i trattamenti di medicina estetica e relegando ala chirurgia il restante 16,72%.

 

Le procedure più gettonate? Negli Stati Uniti la tossina botulinica è al primo posto, seguito dai filler di acido ialuronico, epilazione laser, microdermoabrasione e peeling chimici. Mentre in Italia, secondo i dati statistici raccolti tra gli associati Agorà-Amiest, al primo posto troviamo i filler di acido ialuronico, seguiti dalla tossina botulinica e dalla biorivitalizzazione cutanea, a conferma di quanto stia crescendo l’attenzione alla prevenzione e alla cura dell’invecchiamento, piuttosto che al mero “ritocchino”. Al quarto e al quinto posto, due tipi di laser: quello per l’epilazione definitiva e il Q-Switch, indicato per la rimozione controllata di macchie, discromie e tatuaggi. 

Cura e ritocchi sempre più ‘dolci’.
Nei trattamenti full face prende piede la ricerca di risultati bilanciati, naturali e progressivi. Lo scopo è ottenere l’effetto  poco a poco nel tempo, in modo meno evidente e con la possibilità di valutarlo e ottimizzarlo strada facendo. In altre parole, non si va più dal medico estetico un paio di volte l’anno, per una remise en forme generale del viso, ma a intervalli più frequenti e ravvicinati, per ritocchi minimi e mirati che richiedono dosi minimali di prodotto.  

 

Tra l’altro, per ottenere il miglior risultato in termini di ringiovanimento non basta intervenire su un singolo particolare, ma è necessario riarmonizzare tra loro vari elementi, curando comunque la pelle. L’avevano già capito i chirurghi plastici, quando si sono resi conto che per spianare le rughe fosse non solo necessario ‘tirare’, ma anche ‘riempire’ le zone svuotate dall’invecchiamento.

 

E così i medici estetici traslano queste acquisizioni nella loro pratica. Ne è un esempio la metodica face balance. “Che dedica particolare attenzione alla prevenzione e alla cura della pelle e si ottiene grazie alla possibilità di mixare materiali qualitativamente innovativi con caratteristiche assai diverse tra loro. Un modo per ottenere un effetto di ringiovanimento complessivo, discreto e naturalissimo”, afferma Magda Belmontesi, dermatologa.

 

Altro trend emergente, il focus sul contorno occhi, con device iniettivi adatti a ringiovanire la delicata zona perioculare. Ne sono un esempio Emervel Classic ed Emervel Touch di Galderma. “Il primo più adatto a trattare il solco lacrimale ed attenuare borse e occhiaie, il secondo efficace per attenuare le zampe di gallina. Il risultato che se ne ricava è merito del perfetto equilibrio tra cross-linking e calibro delle particelle di acido ialuronico dei due gel”, spiega Maria Gabriella Di Russo, medico estetico.