In genere quando si pensa allo smog lo si associa ai danni all’ambiente, dimenticando le ripercussioni alla nostra pelle. Di cresca l’interesse sull’argomento, lo testimonia il Congresso Internazionale di Medicina Estetica Agorà-Amiest, una tre giorni di convegni, workshop e dibattiti che ha dedicato un’intera sezione alla dermatologia e ad alcune relazioni sullo stato dell’arte della ricerca in tema.
Nell’ambito variegato dei trattamenti di medicina estetica il focus rimane l’approccio naturale, inteso come armonia dei risultati e rispetto dell’unicità del paziente, e i protocolli combinati, che assicurano risultati qualitativamente migliori.
Spiega il professor Alberto Massirone, presidente del congresso. “È ormai noto che un protocollo terapeutico efficace deve agire su più livelli. Deve ridurre i processi ossidativi responsabili della ridotta attività dermica e dello svuotamento dei volumi, correggere in modo naturale e dinamico gli inestetismi del volto e prevenirne la ricomparsa, attraverso una cura quotidiana della pelle con formulazioni cosmetiche sinergiche al trattamento estetico. Che si tratti di laser, radiofrequenza, terapia iniettiva, tutti questi trattamenti massimizzano la loro efficacia se combinati con trattamenti domiciliari, sottolinea Massirone.
L’inquinamento causa morti premature. “Uno studio epidemiologico a Pechino ha rivelato che è la 4° più importante causa di morte, dopo dieta, pressione alta e fumo. Provoca 1,2 milioni di morti premature e riduce di 15 anni la speranza di vita. Si stima che nel 2020 aumenti del 35%”, afferma Magda Belmontesi, dermatologa a Milano e Vigevano. “Danneggiando in modo più evidente l’apparato respiratorio, sono pochi ad oggi gli studi degli effetti dell’inquinamento sulla pelle, ritenuta un organo secondario. Tuttavia il suo aumento esponenziale ha motivato nuove ricerche, soprattutto in Cina, sull’esposizione cronica”, spiega Giuseppe Valacchi, del Dipartimento di Scienze della Vita e Biotecnologie dell’Università di Ferrara.
C’è ozono e ozono…
L’inquinamento dell’aria è composto da due grandi elementi: particelle fisiche e gas. Le prime (particolato) sono classificate in base alle loro dimensioni, per esempio PM2,5 e PM10, mentre i gas includono ozono, diossido di azoto, diossido di zolfo e monossido di carbonio.
“L’ozono (O3) è un gas altamente reattivo presente sia nella parte alta della nostra atmosfera (stratosfera) che in quella bassa (la troposfera). L’ozono stratosferico, detto ‘ozono buono’ si trova naturalmente nella parte alta dell’atmosfera terrestre, tra 16 e 48 km sopra la superficie del nostro pianeta, dove è una forma di protezione contro i dannosi raggi ultravioletti. L’ozono troposferico, detto ‘ozono cattivo’, si trova al livello del suolo, è cancerogeno e aggredisce i tessuti respiratori”.
“L’ozono troposferico è un inquinante fotochimico che si forma quando la radiazione solare reagisce con inquinanti già presenti nell’aria, detti ‘precursori dell’ozono’: ossidi di azoto, scaturiti da gas di scarico ed emissioni industriali, e sostanze organiche volatili, provenienti da sigaretta, pesticidi, riscaldamento”, dice Valacchi.
Nella pelle, l’inquinamento da ozono genera una cascata di danni cellulari su più livelli. “Nello strato più esterno della pelle, il corneo, ossida i lipidi e diminuisce le naturali difese antiossidanti, riducendo la capacità della pelle di autoripararsi. L’ozono a livello del suolo ha un’affinità naturale coi lipidi, quindi la pelle grassa è particolarmente suscettibile ai suoi danni a causa dell’elevata presenza di lipidi del sebo nello strato corneo”, avverte Belmontesi.
“Quando i lipidi sono ossidati, lo stress ossidativo che ne deriva genera radicali liberi e mediatori chimici che attivano una cascata infiammatoria da cui derivano diversi importanti danni strutturali. Studi in vivo testimoniano che il più importante danno strutturale nel derma dovuto ai radicali liberi prodotti dall’ozono è la degradazione del collagene, con cambiamenti visibili della grana cutanea e comparsa di rughe e rughette”.
Nuove scoperte scientifiche dimostrano che l’esposizione a elevate concentrazioni di ozono possono causare segni d’invecchiamento prematuro e che gli antiossidanti topici possono prevenirne i danni sulla cute: impediscono l’ossidazione dei lipidi, quindi la degradazione delle membrane cellulari, e delle proteine e l’infiammazione cellulare.
“Le ricerche hanno evidenziato che quando la pelle è sottoposta a 0,8 ppm di ozono, l’espressione del collagene di tipo I si riduce del 39% e quella del collagene di tipo III del 60%. Gli antiossidanti con acido ferulico, vitamina C ed E, e con floretina, acido ferulico e vitamina C neutralizzano i radicali liberi nei livelli più alti della pelle, in modo da prevenire i danni causati dall’esposizione all’inquinamento da ozono. Il primo, CE Ferulic di SkinCeuticals, è un siero ideale su tutti i tipi di pelle, mentre il secondo, Phloretin CF è più indicato su pelle mista e grassa”, spiega Belmontesi.
“Discorso a parte per Resveratrol BE di SkinCeuticals – precisa la dermatologa – che è un siero antiossidante specifico per la notte. In questo caso si parla di protezione antiossidante da cronoaging, legata all’invecchiamento del metabolismo, ai processi infiammatori correlati all’età e alla respirazione cellulare. Di notte la pelle si rigenera fino a 8 volte più velocemente, e tra l’1 e le 4, durante il sonno profondo, il picco dell’ormone della crescita incentiva l’assorbimento delle sostanze applicate”.
Al cuore della formula, il resveratrolo, un antiossidante che agisce come fitoalessina, la sostanza prodotta dalle piante per proteggersi da stress tipo UV e funghi. “Questo polifenolo ha una duplice capacità antiossidante: diretta, come scavenger (‘spazzino’) dei radicali liberi, e indiretta, aumentando le difese endogene della pelle”, chiosa Belmontesi.