Il portale della BELLEZZA della Dottoressa Magda Belmontesi

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DIMAGRIRE – ALIMENTARSI – INTEGRARE

Perder peso non vuol dire “dimagrire”: la riduzione del tessuto adiposo è legata al comportamento alimentare e motorio in un evidente sistema di apporto e consumo, quindi se vogliamo “dimagrire” dobbiamo modificare questi due parametri.

Se, per esempio, assumiamo un diuretico, o un lassativo possiamo perdere anche due chili di peso, ma non abbiamo minimamente intaccato il nostro tessuto adiposo.

DIMAGRIRE SENZA FARSI MALE

Se vogliamo “dimagrire” perciò dobbiamo fare in modo che l’organismo sia costretto a utilizzare i nostri depositi di grasso come fonte energetica. Per ottenere ciò una via è quella di privarlo della sua fonte energetica abituale costituita prevalentemente dai carboidrati . Questo è possibile perché sappiamo che l’organismo è ugualmente in grado di fabbricare proprio i carboidrati (glicogeno) sia dai grassi che dalle proteine (mentre non è possibile il contrario! ).

Poiché non possiamo impoverire la nostra struttura biologica della sua componente proteica, ne deriva un regime alimentare, da seguire per periodi limitati di tempo, dove le proteine dovranno assolutamente essere presenti nelle quantità fisiologicamente necessarie, ma i grassi verranno ridotti a un minimo “qualitativo” e i carboidrati limitati, al contrario, a un minimo “quantitativo”.

PROBLEMI SORPASSATI

Vi erano in passato alcune problematiche correlate con questo particolare regime alimentare, per lo più in relazione ad un eccesso di scorie azotate, ma fortunatamente oggi disponiamo di particolari fonti proteiche che non danno praticamente scorie metaboliche. Vediamo perché.

Se mangiamo 100 grammi di prosciutto crudo ingeriamo circa 22-24 grammi di proteine, ma quello che nessuno evidenzia è il fatto che il nostro organismo ne utilizza realmente circa il 44-48 %, mentre tutto il resto va a costituire quelle scorie metaboliche che andranno a sovraccaricare reni, fegato, intestino, cute e tutti i meccanismi di eliminazione. Attualmente esistono in commercio specifiche preparazioni proteico-aminoacidiche che, ricalcando la composizione del latte materno, vengono invece totalmente riconosciute dall’organismo e sono biodisponibili al 96-97 %. Ciò vuol dire che le “scorie metaboliche” sono soltanto un 3-4%, una quantità davvero irrisoria.

Abbiamo così a disposizione un modo salutare per fornire correttamente e senza alcun rischio la quantità di proteine (e conseguentemente di aminoacidi) necessari per costruire la parte nobile del nostro corpo. E tutto questo senza dover ricorrere alle proteine animali, che ci porterebbero troppi grassi saturi dannosi, o alle proteine vegetali, che finirebbero per farci assumere anche i carboidrati che le accompagnano.

Possiamo pertanto utilizzare una serie di preparazioni proteico-aminoacidiche, gradevoli al palato, assortite per sapori e consistenza, pratiche perché di facile preparazione, per realizzare programmi dietoterapici di dimagramento (quindi impostati da specialisti su misura del paziente), con eccellenti risultati in tempi rapidi e soprattutto duraturi (se il paziente collabora…).

Tuttavia questa indicazione è fortemente restrittiva delle plurime applicazioni che si possono realizzare nell’alimentazione.

INTEGRARE PER NUTRIRSI MEGLIO

Per esempio nella cura della pelle siamo tutti attenti a nutrire il derma con quanto può servire per fabbricare collageno, elastina, sostanze reticolari e tutto quanto può servire per dare turgore, tonicità, spessore, compattezza e luminosità al nostro aspetto. Ma tutto questo non può avvenire se non c’è la disponibilità degli aminoacidi necessari, perchè non si può costruire un muro se scarseggiano i mattoni, e per il derma questi sono rappresentati dagli aminoacidi, ed ecco quindi che anche in questo campo le nostre preparazioni proteico-aminoacidiche trovano la loro indispensabile assunzione come alimento semplicemente integrativo.

Infine, ma non ultimo, è giusto ricordare anche una loro utilizzazione in campi meno effimeri come quello della nutrizione degli anziani (notoriamente deficitaria per apporti proteici usuali) o in tutti quei pazienti che hanno difficoltà di alimentazione.

Dott. Lorenzo Ramaciotti

Medico Estetico

Docente della scuola di Biotecnologie e Medicina Naturale dell’Università di Milano

Per maggiori informazioni: www.pentadiet.it