Fuoco sulla pelle
C’è un’infezione virale, accompagnata da un intenso dolore, che è causata dallo stesso virus della varicella, lo VZV, ossia dal Varicella-Zoster Virus. Stiamo parlando dell’Herpes Zoster, chiamato dalla saggezza popolare ‘Fuoco di Sant’Antonio’, proprio per la sua elevata dolorabilità. Una volta entrato nell’organismo, il virus vive e rimane latente nel tessuto nervoso, per poi riattivarsi e manifestarsi con sensazioni di prurito e formicolio.
L’eruzione cutanea si presenta sotto forma di vescicole piene di liquido, che colpiscono soprattutto collo, torace e schiena, e tendono a formare croste pruriginose, che talvolta lasciano cicatrici.
Il collegamento con la varicella è evidente, ma non così scontato.
– I dati parlano che circa il 20% delle persone che hanno contratto il virus della varicella verranno colpite dall’Herpes Zoster.
– Il restante 80% è rappresentato da persone che hanno il sistema immunitario debilitato, hanno superato la cinquantina o sono affette da AIDS, quindi da una malattia connotata da un profondo deficit proprio del sistema che dovrebbe difenderci da virus, malattie o più in generale da agenti patogeni.
– Il contatto con le vescicole o col liquido che contengono favorisce la propagazione dall’Herpes Zoster, per cui è fondamentale evitare di toccare o usare oggetti, come asciugamani, accappatoi, pettini, che possono essere entrati in contatto con la zona colpita della persona infetta.
L’esperto risponde
Come si diceva il trattamento dell’Herpes Zoster prevede due linee di trattamento: farmaci antivirali e antidolorifici. Ma non solo, come spiega Magda Belmontesi, dermatologa. “Il farmaco più comunemente utilizzato è l’aciclovir, un antivirale che nella maggioranza dei casi è somministrato sotto forma di compresse. Poi serve anche controllare il prurito e il dolore che la malattia porta con sé. Per farlo si utilizzano creme e gel con antistaminici per alleviare il prurito e farmaci antidolorifici per ridurre la dolorabilità. Anche l’alimentazione può aiutare. Giovano, ad esempio, alimenti contenenti vitamina C, quindi arance, mandarini, limoni, kiwi, ricchi di antiossidanti che incentivano il processo di cicatrizzazione. Alcuni studi, poi, evidenziano le potenzialità della lisina, un amminoacido ritenuto in grado di favorire il recupero delle zone lesionate, contenuto nel lievito di birra. Che, tra l’altro, contiene vitamina B, utile comunque a preservare la salute del sistema nervoso.