Il portale della BELLEZZA della Dottoressa Magda Belmontesi

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 Integratori: solo soldi buttati? 

Di questi tempi magri l’idea di sprecare denaro, investendo in strategie per salvaguardare la salute, suona quasi come una beffa. Tuttavia, sono ben tre gli studi pubblicati sulla rivista Annals of Internal Medicine che attestano la scarsa, o nulla, utilità degli integratori multivitaminici. Soprattutto nella capacità di prolungare la vita, nella possibilità di scongiurare malattie cardiache o perdita della memoria. Insomma secondo queste acquisizioni non servirebbero affatto, o comunque offrirebbero vantaggi minimi, come strategia terapeutica o preventiva.

L’esperto risponde
Di certo la pillola miracolosa non esiste. Ma non per questo forse bisogna fare di tutta l’erba un fascio… “Sicuramente una dieta varia e ricca in frutta e verdura, che quindi può sopperire al fabbisogno quotidiano di vitamine e nutrienti essenziali, è la strategia vincente per mantenersi in salute. Purtroppo la teoria non è riscontrabile nella realtà alimentare di tutta la popolazione”, afferma Magda Belmontesi, dermatologa.

Anche perché le vitamine servono. E senza di loro ci si ammala. “Esatto. Possiamo citare il caso della vitamina D, di cui la letteratura scientifica ha ormai appurato l’efficacia nella prevenzione di tumori e malattie cardiovascolari. Sicuramente l’alimentazione fornisce un apporto indispensabile, ma spesso non sufficiente. È il caso di forti stress, in cui è prepotente l’aggressione dei radicali liberi. Oppure in presenza di alimenti carenti di vitamine e antiossidanti, come nel caso di cibi industriali o congelati, o ancora di nutrienti in cui le proteine sono state alterate da elevate cotture”, precisa Belmontesi.


Vitamine quanto basta
Le vitamine non rappresentano una fonte di energia, né fanno parte di strutture tissutali. Ma, nella maggior parte dei casi, si comportano da coenzimi, promuovendo lo sviluppo di reazioni metaboliche di vitale importanza. In questo senso agiscono come stimolatori del benessere dell’organismo, coadiuvandone le funzioni fisiologiche. “Corretto, ma comunque serve prestare attenzione alla posologia. Così si evitano concentrazioni troppo basse e inefficaci, oppure troppo elevate che affaticano il metabolismo epatico e renale”, aggiunge la dottoressa.

 

Vitamine liposolubili come A D E K, che vengono veicolate alle cellule attraverso i grassi circolanti nel sangue, se assunte in dosi massive si accumulano nel fegato e nel tessuto adiposo, causando dei possibili danni. Invece un eccesso delle vitamine idrosolubili, ossia tutte quelle del gruppo B, più C, H (biotina o vitamina B7) e PP (niacina, vitamina B3), può essere eliminato con le urine, tuttavia causando ai reni un surplus di lavoro”.

 

No al fai da te
Gli integratori sono alimenti con una concentrazione di nutrienti (vitamine e sali minerali) o sostanze fisiologicamente attive destinati a integrare una dieta normale. Secondo la Direttiva  europea del luglio 2002 non possono quindi contenere sostanze farmacologicamente attive e la loro sicurezza è garantita alle dosi consigliate. Perché alti dosaggi possono avere pericolosi effetti boomerang.

 

E se è vero gli integratori a base di vitamine sono diventati il sacro Graal del nostro tempo, è altrettanto vero che tali supplementi, soprattutto se auto-prescritti e assunti in dosi elevate, possono essere inutili o addirittura nuocere all’organismo. “Non servono dosi massicce di antiossidanti, quanto mix sinergici, in cui l’uno attiva o favorisce il riassorbimento di un altro, oppure promuove una sorta di ‘riciclaggio’ di nutritivi assunti col cibo che altrimenti andrebbero dispersi. Ad esempio, il betacarotene associato a selenio e vitamina E favorisce l’attivazione di quest’ultima, mentre l’acido lipoico associato alla cisteina promuove il ‘ripescaggio’ della vitamina E introdotta con gli alimenti”, precisa la dermatologa.

 

Non è un caso che anche le linee guida dell’American Cancer Society avvertono dei potenziali pericoli, scongiurabili se si evita l’auto-somministrazione e si prendono in situazioni carenziali specifiche, sotto controllo medico e per brevi periodi, controllando effetti collaterali o interazioni, specie con i farmaci.