Mani secche e ruvide? Trattale coi guanti!
Le mani, il nostro ‘biglietto da visita’, sono vittime di tante aggressioni. Alcune sono inevitabili, come quelle ambientali, tipo la scarsa umidità dell’autunno e le basse temperature dell’inverno, oppure la diminuzione della produzione di sebo, peraltro già scarsa nella pelle delle mani, che inevitabilmente rende la barriera cutanea ancora più fragile. Altre, invece, sono dovute a incuranze e trascuratezze, che cospirano a rendere le mani disperatamente ruvide.
Per tutto questo la regola numero uno è la protezione: da freddo e vento, detersivi e polveri che, tra l’altro, provocano lo scollamento degli strati di cheratina delle unghie, facendo sfaldare i bordi liberi. Importante è utilizzare nei lavori domestici guanti di gomma, magari indossando sottoguanti di cotone, per preservare la pelle dal sudore. Dopo il lavaggio con detergenti delicati, magari a base oleosa, è essenziale asciugale accuratamente. Essenziale, quindi, mantenerle costantemente idratate, applicando più volte al giorno (idealmente dopo ogni lavaggio) una crema idratante o nutriente, da massaggiare anche sulle unghie, per evitare che disidratandosi diventino fragili. Una tantum, alla sera, è ideale un trattamento extra, da concedersi prima di coricarsi. Dopo aver inumidito la stoffa di un paio di quanti di cotone con un cucchiaio di vaselina, in modo che non assorbano la crema dalle mani, si stende un velo di crema nutriente sulla pelle e li si indossa tenendoli tutta la notte, per un trattamento super-ammorbidente.
Il parere dell’esperto
La decisione è presa: da oggi le curo di più. Ma cosa fare quando i segni del tempo sono evidenti, come nel caso di macchie cutanee o pelle avvizzita? La risposta, in questi casi, viene dalla medicina. Ad esempio, per correggere le ipercromie c’è un trattamento con una marcia in più. “È un particolare peeling (Brightening Peel Booster) che associa l’intensa azione antiossidante dell’acido citrico, presente in elevata concentrazione (30%), con quella schiarente specifica dell’acido cogico e dell’arbutina (rispettivamente presenti al 3% e 2%). Schiarisce le macchie presenti, e ne riduce la comparsa nei soggetti con predisposizione al melasma, mediamente in 4 sedute”, rivela Magda Belmontesi, dermatologa. Per ringiovanire la superficie cutanea è altresì utile la fotobiostimolazione. “È un tipo di biorivitalizzazione ‘dolce’, senz’aghi, che utilizza la terapia fotodinamica con LED (Diodo che Emette Luce), preceduta dall’applicazione di “peeling booster” (con integratore) e un sistema hydrogel reticolato che veicola gli attivi. L’esposizione alla banda di luce rossa, poi, stimola la sintesi di collagene, aumenta l’idratazione e svolge un’azione antiossidante. In caso di marcata disidratazione, si può abbinare un trattamento con una soluzione viscosa di un acido ialuronico NASHA debolmente stabilizzato (Restylane Vital), iniettato nel derma con micro-iniezioni distanziate di circa un centimetro. Nel derma crea una vera e propria ‘riserva d’acqua’ (metodica Hydroreserve) che, oltre a reidratare, dona tono e turgore cutaneo aumentando le capacità di difesa della pelle dall’attacco dei radicali liberi, che danneggiano e invecchiano precocemente le cellule.
Automassaggio palmare
Il massaggio alle mani non solo riattiva la microcircolazione, incentivando la rigenerazione della pelle, ma facilita altresì il benessere di tutto l’organismo. Lo sostiene la riflessologia palmare, secondo cui sulle mani, come sui piedi, ci sono le zone riflesse degli organi interni. Ecco una breve sequenza in 5 step, di facile realizzazione, da praticare in ogni momento della giornata.
1. Massaggiare le dita, dalle punte alla radice, proseguendo sul palmo verso il polso, con pressioni e movimenti circolari di pollice e indice.
2. Poi passare al mignolo, massaggiandolo dalla punta sino alla base, proseguendo lungo il lato della mano. Giunti al polso, sostare nella fossetta tra questo e la mano, massaggiandola per 10 secondi.
3. Medesimo tempo per la distensione della zona tra indice e pollice.
4. Con il pugno chiuso, premere con forza le dita e le unghie contro il palmo della mano, partendo dalla base delle falangi per arrivare al polso.
5. Infine, sollecitare il polso, nel punto che si trova due dita e mezzo sotto la piega dello stesso.