Beauty from Inside, Beauty from Within, Nutricosmetica. “Si può davvero ‘nutrire’ la bellezza?” è il titolo di una relazione presentata all’ultimo congresso della Società Italiana di Medicina Estetica da Marzia Pellizzato, esperta di scienze e formulazioni nutraceutiche.
“Negli ultimi anni si è assistito alla comparsa di centinaia di formulati, principalmente integratori alimentari intesi come veri e propri ‘trattamenti di bellezza’ da assumere per via orale in combinazione o meno con trattamenti cosmetici topici. Tali preparati promettono più o meno esplicitamente il miglioramento dell’aspetto della pelle e il contrasto dell’ageing cutaneo, mantenendo e promuovendo luminosità e idratazione cutanea. Come target fisiologici troviamo quindi da una parte ‘il nutrimento della pelle dall’interno”, dall’altra ‘il contrasto del danno ossidativo’. Per questo le sostanze utilizzate negli integratori ‘per la bellezza’ sono molteplici, ma possono essere raccolte in due macrocategorie che rispecchiano i due principali target delle formulazioni: antiossidanti, ed elementi costitutivi del tessuto cutaneo (o loro precursori)”, spiega Pellizzato.
“Tra le sostanze più utilizzate troviamo per la loro azione antiossidante e di contrasto del danno UV, carotenoidi e vitamine, e per l’azione ‘ricostituente’ e ‘preventiva della degenerazione’ glicosaminoglicani e proteine, tra cui acido ialuronico (con tutte le varianti di peso molecolare) e collagene (con tutte le varianti di origine, tipologia e forma di presentazione)”.
“È dimostrato – continua Pellizzato – che consumare alimenti ricchi in antiossidanti come frutti rossi (mirtilli e melograno), uva rossa (ricca di resveratrolo, un potente inibitore delle metallo-proteinasi (tra i principali responsabili della formazione delle rughe), frutta e verdura in generale, contribuisce significativamente da una parte a controllare i livelli di stress ossidativo, dall’altra a fornire un apporto di vitamine e minerali corretto. Questi due aspetti sono particolarmente importanti per la bellezza della pelle: la presenza di radicali liberi (risultati dell’ossidazione), in quantità eccessiva nell’organismo inibisce la corretta formazione delle fibre di collagene, portando nel tempo alla comparsa di rughe e solchi di espressione per la minore elasticità e plasticità della pelle, impoverita di uno dei suoi elementi costitutivi principali.
“L’integrazione di acido ialuronico – conclude la Pellizzato – in dosaggi compresi tra 50 e 200 mg/die per 90 giorni determina un aumento considerevole dell’idratazione ‘profonda’ della pelle”.
“Importanti, poi, anche vitamine e minerali. Vitamine come la B2 e la B6, minerali come zinco, selenio e silicio sono in grado di stimolare la produzione di collagene ed elastina endogeni”, aggiunge Magda Belmontesi, dermatologa a Milano e Vigevano.
Nonostante la loro grande diffusione, i risultati dell’utilizzo di tali integratori non è all’altezza delle aspettative di medici e pazienti, presentando dati clinici sono contrastanti e suscitando il dubbio sulla sostenibilità scientifica del loro utilizzo. Per questo un pool di ricercatori del Dipartimento di dermatologia dell’Università della California, ha pubblicato nel 2019 sul Journal of Drugs in Dermatology una review della letteratura in merito.
Svela Belmontesi: “I criteri di inclusione della ricerca bibliografica erano studi randomizzati, controllati con placebo, che utilizzavano la supplementazione di collagene in soggetti umani legati alla dermatologia. I ricercatori hanno vagliato 11 studi che hanno arruolato 805. Di questi, sono stati ben 8 a presentare i risultati migliori, avendo usato l’idrolizzato di collagene, da 2,5 a 10 grammi al giorno per periodi compresi tra 2 e 6 mesi, per il trattamento di ulcere da pressione, xerosi, invecchiamento cutaneo e cellulite”.
“La supplementazione di collagene – conclude Belmontesi – è generalmente sicura e senza eventi avversi segnalati. Sono tuttavia necessari ulteriori studi per chiarire l’uso medico nelle malattie della barriera cutanea come la dermatite atopica e per determinare i regimi di dosaggio ottimali”.