Il portale della BELLEZZA della Dottoressa Magda Belmontesi

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Occhi: la protezione in montagna

Occhi: la protezione in montagna
In alta montagna l’intero organismo è esposto a condizioni estreme. Salendo di altitudine, la distanza dal sole si riduce e diminuisce la pressione atmosferica. Ogni mille metri di quota i raggi aumentano più del 10%, senza contare che sui ghiacciai il riflesso della neve incrementa del 100% la quantità di raggi ricevuti. In montagna, inoltre, l’aria è più tersa e priva di pulviscolo, quindi filtra di meno. L’incontro tra ossigeno e raggi ultravioletti genera radicali liberi: una concausa importante per invecchiamento precoce e tumori.
Il sole, il più potente ‘laser’ naturale, mette a dura prova anche gli occhi. Che, pur possedendo difese contro le sollecitazioni luminose, dalle contrazioni della pupilla ai pigmenti oculari presenti nella retina, possono subire da semplici irritazioni a vere e proprie bruciature dell’epitelio corneale. Prima di vedere cosa accade in tali casi, scopriamo le parti dell’occhio più sollecitate dalla luce.
La cornea: è un tessuto oculare trasparente posto davanti all’iride. Fa da primo filtro alle radiazioni luminose, soprattutto UVB, ed è quindi la prima struttura a essere danneggiata da una eccessiva esposizione.
Il cristallino: è una piccola lente posta dietro l’iride che ha la funzione di far convergere sulla retina le immagini provenienti sia da vicino che da lontano. La radiazione UVA trasmessa al cristallino è molto maggiore di quella UVB, schermata dalla cornea.
La retina: è paragonabile a una pellicola fotografica che riveste la superficie interna dell’occhio. Vi si riconosce un’area centrale, detta macula, che controlla la visione dettagliata, mentre la parte restante amplia il campo visivo.

Il parere dell’esperto
“Il principale effetto dannoso prodotto dalla radiazione ultravioletta (UVB) sulla cornea è la fotocheratite”, spiega la dottoressa Belmontesi, dermatologa. “Generalmente il danno è limitato alle cellule epiteliali (della superficie esterna) della cornea. Dopo un periodo di latenza (6-12 ore), inversamente proporzionale all’intensità dell’esposizione, compaiono intenso dolore corneale, fotofobia, lacrimazione e spasmo delle palpebre, manifestazioni molto fastidiose ma che di norma si risolvono in 24 ore. L’assorbimento di radiazioni solari (UVA), con gli anni, danneggia la struttura del cristallino, che perde elasticità, e ne causa la perdita di trasparenza, portando alla cataratta. La radiazione visibile (dal viola al rosso), ha un’energia elevata (vicina a quella dell’ultravioletto), sufficiente a creare danni cumulativi alla retina, proporzionali al tempo di esposizione e all’intensità della radiazione. Ne è un esempio la degenerazione maculare legata all’età, con perdita della visione centrale, dovuta all’invecchiamento dei tessuti della retina, in cui un’eccessiva e protratta esposizione alla luce solare gioca un ruolo importante”.
Soprattutto quando la luce è intensa e con esposizioni prolungate serve proteggersi con lenti che riducano l’abbagliamento solare e assicurino un assorbimento del 100% delle radiazioni. “La prescrizione per occhiali da sole con lenti protettive prevede innanzitutto un assorbimento totale degli ultravioletti (UVA e UVB), non utili alla vista, ma dannosi per qualsiasi parte dell’occhio che li assorba. Poi serve anche proteggere la retina dai raggi visibili. In questo caso, però schermarli completamente comporterebbe distorsioni cromatiche che disturberebbero la visione dei colori. Si è scoperto comunque che già schermarli al 96% riduce i rischi nel tempo, lasciando immutato il comfort visivo. Indossare il tipo giusto di occhiali da sole è il modo più semplice e sicuro per assicurare la propria salute visiva”.

Poche ma buone
È più facile seguire delle regole se il loro numero è ridotto, ma essenziale. In pratica bastano tre accorgimenti essenziali. Primo fra tutti sicuramente le protezione, evitando di esporsi nelle ore centrali della giornata e utilizzando occhiali da sole con lenti certificate, ossia che garantiscano la protezione dalle radiazioni solari. Poi conta un’alimentazione corretta, con vitamine e sali minerali, che aiutano a combattere lo stress ossidativo generato dai radicali liberi. Ottimi quindi la vitamina A, C ed E, il betacarotene, lo zinco e il selenio, reperibili nella frutta come arance, kiwi, albicocche e nella verdura come peperoni, pomodori, carote e soprattutto quella a foglia verde, tra cui spinaci, broccoli, lattuga. Infine, la luteina, che funge da ‘occhiale da sole naturale’, attivo tutto il giorno, che protegge dall’interno la delicata struttura oculare. La luteina, pigmento giallo che si trova in molti vegetali, frutta, grano e tuorlo d’uovo, nell’organismo si accumula soprattutto nella macula formando, insieme alla zeaxantina, ‘pigmento maculare’, una sorta di filtro che assorbe luce solare e ultravioletti, impedendo il danneggiamento del tessuto sensibile della retina.