E’ tempo di vacanze, di sole, di mare, montagna e passaggiate all’aria aperta. Ma come dobbiamo comportarci per proteggere la nostra pelle e il nostro organismo dall’assalto dei famigerati raggi UVA e da tutto ciò che – complici il vento, l’aria asciutta e gli agenti atmosferici in genere – possono pregiudicare il nostro benessere? Ma andiamo per ordine, cominciando a parlare dell’abbronzatura e dei suoi problemi a livello cutaneo. ABBRONZARSI CON AMORE L’abbronzatura è una colorazione naturale della pelle determinata da un aumento della melanina, una sostanza prodotta dalle cellule melanocitarie sotto lo stimolo dei raggi solari. L’intensità dell’abbronzatura varia in rapporto alla quantità di melanina che ognuno di noi è in grado di produrre geneticamente (cioè in base al fototipo della nostra epidermide) e in base alla quantità di esposizione al sole. La sua funzione è quella di creare una barriera protettiva dai raggi solari. L’abbronzatura non è tutta uguale: c’è una cosiddetta ‘falsa abbronzatura’, cioè la colorazione immediata che si verifica nei primi giorni di esposizione al sole, che non è altro se non una deposizione in superficie della melanina già prodotta e presente sulla cute; e c’è, infine la “vera” abbronzatura che si forma dopo 4-5 fino a quindici giorni circa dalla stimolazione dei raggi UV e porta ad un aumento vero e proprio della sintesi della melanina. BERE: UN “MUSTt” PER STARE BENE Col caldo e la sudorazione aumenta la sete ed aumenta la richiesta di acqua da parte dell’organismo, ecco perché quando ci si espone al sole è indispensabile aumentare l’assunzione di liquidi. Bere di più aiuta a mantenere la pelle idratata ma é indispensabile anche per prevenire colpi di calore, determinati proprio dal caldo. Cosa bere? Semplicemente acqua, ma anche bevande addizionate con sali minerali, che aiutano a ripristinare quelli persi con la sudorazione. L’USO DELLE CREME SOLARI Applicare la crema protettiva è un gesto basilare per evitare danni da esposizione al sole. Le creme contengono infatti filtri in grado di schermare i raggi nocivi, in due modi differenti: i filtri fisici riflettono parte degli UV come uno specchio, i filtri chimici invece interagiscono con le radiazioni per ridurne l’intensità; nella maggior parte dei casi, le creme contengono un mix di entrambi i tipi. Il potere filtrante di una crema è indicato da un numero, che attesta il Fattore di Protezione (la sigla è SPF): più è alto questo numero, maggiore è la protezione che il prodotto è in grado di offrirci. Ci sono principalmente due scale per misurare il FP: quella americana e quella europea. La prima corrisponde all’incirca al doppio della seconda: un FP americano 30 sta a significare più o meno un FP europeo 15. L’USO DEL DOPOSOLE E I PROBLEMI DEL SOLE Terminata la giornata al sole, è d’obbligo adoperare un prodotto restitutivo e idratante, il cosiddetto “doposole”. Prodotti di questo tipo sono arricchiti da principi attivi lenitivi e idratanti, calmano eventuali pizzicori e bruciori, e sono in grado di ripristinare il film idrolipidico evitando la desquamazione della pelle. L’uso di un buon doposole può rivelarsi utile anche in caso di eritema cutaneo. Si tratta di una manifestazione che provoca arrossamento e puntini pruriginosi e si verifica soprattutto sulle zone più esposte, come viso, spalle, decolletè. È un campanello d’allarme per avvisarci che la pelle è stata al sole più del dovuto, anche se non si è ancora scottata. Per evitare che l’eritema si trasformi in una scottatura vera e propria, bisogna astenersi dal sole per qualche giorno e applicare proprio creme lenitive. Il sole può favorire la formazione di macchie cutanee, soprattutto in gravidanza, poiché, a causa degli scombussolamenti ormonali di questi mesi, ci può essere una sollecitazione maggiore delle cellule melanocitarie e quindi una maggiore sintesi di melanina. A stare attente devono essere paradossalmente proprio le pelli più scure (che già di per sé producono più melanina) che possono veder comparire il cosiddetto cloasma gravidico, con una iper-pigmentazione localizzata soprattutto in alcune zone del viso, come il mento,e la fronte. Durante i nove mesi della gestazione, allora, è opportuno usare una crema con protezione più alta ed eventualmente indossare un cappellino con visiera.