Centottantaquattro giorni, da maggio e ottobre. Più di 130 Paesi impegnati nelle numerose attività in programma nel milione di metri quadrati dell’Expo Milano 2015. Attesi 3,3 milioni di visitatori europei, 2,6 provenienti da paesi extra CEE, tra questi un milione di turisti cinesi. Una miriade di etnie, cui le aziende cosmetiche dedicano iniziative ad hoc.
E non stupisce, visto che la pelle, l’organo più grande dell’organismo, con i suoi 15mila centimetri quadrati e un peso assoluto di circa 5 chili, presenta differenze peculiari a seconda dell’etnia. Il questo campo la ricerca si concentra soprattutto sulla pigmentazione e gli esiti dell’invecchiamento, crono e foto-aging: il primo determinato dai geni e il secondo dai fattori ambientali, in primis l’effetto delle radiazioni solari. Due processi biologicamente diversi, che si sovrappongono sulle zone esposte al sole.
Ne parla Magda Belmontesi, specialista in dermatologia a Milano e Vigevano.
Quali le differenze tra pelle chiara e scura?
Lo spessore medio dello strato corneo è identico, seppur al microscopio la pelle scura si presenti con un maggior numero di strati cellulari (circa 20, contro i 16 dei bianchi) e la desquamazione spontanea sia 2,5 volte più importante di quella della pelle chiara.
Nelle persone con pelle scura c’è un aumento della perdita d’acqua transepidermica, sebbene non vi sia alcuna differenza nella densità di ghiandole sebacee ed eccrine (quelle che secernono sudore) per unità di superficie rispetto alla pelle chiara. C’è tuttavia una densità lievemente maggiore di ghiandole eccrine nei neri africani, rispetto ai neri americani correlata, dovuto a un progressivo adattamento climatico.
L’apparato melanocitario non ha differenze nel numero dei melanociti (le cellule che producono melanina). Le discrepanze si notano piuttosto nel tipo e numero di melanosomi. Il melanosoma è un organello cellulare (prodotto dal melanocita) in cui si trova l’apparato biochimico per la sintesi e l’accumulo di melanina. Dai melanociti i melanosomi migrano all’interno dei cheratinociti (le cellule dell’epidermide) determinando la colorazione della pelle naturale e dell’abbronzatura.
Nelle pelli scure i melanosomi sono più grandi e ricchi di melanina, soprattutto eumelanina, pigmento che è costantemente presente nella parte alta del derma e diffuso in tutti gli strati dell’epidermide. Questa disposizione le rende piuttosto resistenti ai raggi UV: si stima che la trasmissione dei raggi UVA (300- 404 nm) sia circa del 30% in meno rispetto a quella delle pelli chiare. Tale fattore rende la cute scura più protetta dalle aggressioni al Dna cellulare che possono generare tumori cutanei.
I melanociti sono però più sensibili a traumi anche minimi, con ipopigmentazioni (macchie chiare) o iperpigmentazioni (macchie scure) particolarmente evidenti. In più le persone con cute scura producono importanti esiti cicatriziali, come cicatrici ipertrofiche e cheloidi.
A proposito di pigmentazione…
La pelle scura protegge dai melanomi causati dalle mutazioni nelle cellule della pelle, indotte dai ultravioletti, tanto che le persone con pelle chiara hanno una probabilità dieci volte superiore di morte per melanoma, se esposte ad analoghe condizioni di esposizione solare.
La pelle scura difende anche dal rischio di distruzione della vitamina B9 (acido folico) da parte delle radiazioni UV-A. Bassi livelli di acido folico, necessario per la sintesi del DNA durante la duplicazione cellulare, durante la gravidanza sono collegati a difetti congeniti.
Mentre la pelle scura protegge la vitamina B, può anche portare a una deficienza di vitamina D. Il vantaggio della pelle più chiara sta proprio nel bloccare meno efficacemente la luce solare, quindi nel favorire la produzione di vitamina D3, necessaria per l’assorbimento del calcio e la crescita ossea.
La distinzione in pelli chiare e scure non è tuttavia esaustiva, perché esistono delle differenze di fenotipo (l’insieme delle caratteristiche osservabili di una persona) e individuali. Ad esempio, appartengono al fenotipo caucasico persone con moltissima o poca melanina, a seconda che siano mediterranei o nordici.
Nordico È caratterizzato da una pelle molto chiara e delicata che con il tempo tende sempre più ad assottigliarsi. Diventando più vulnerabile alle aggressioni chimiche e termiche ambientali, si arrossa facilmente. La reazione principale al sole è l’eritema. Che, se è profondo, persiste anche tre settimane dopo l’esposizione solare, provocando teleangectasie: dilatazioni di piccoli vasi ematici (arteriole, capillari, venule). La persistenza di eritema, soprattutto se accompagnata da una superficie cutanea infiammata, indica un danno intenso che necessita di trattamenti ultra lenitivi e decongestionanti. La fotoprotezione deve essere alta, in abbinamento a trattamenti antirughe e antiossidanti per il giorno e la notte.
Europeo Generalmente tende a sviluppare un eritema solare minimo, si abbronza più facilmente e abbastanza raramente presenta scottature. La pigmentazione è duratura, anche se a volte è esposto a rischio di iperpigmentazioni.
Mediterraneo mediorientale Si abbronza con facilità, ma spesso gli serve tempo per ottenere una pigmentazione uniforme. Raramente si scotta, ma facilmente si macchia, specie in concomitanza di fattori scatenanti, come eccessiva esposizione al sole, squilibri ormonali o farmaci fotosensibilizzanti.
Indopakistano Presenta un rischio da moderato a grave di eritemi e iperpigmentazioni e, in caso di scottature intense, è più esposto a ipopigmetazioni rispetto a un mediterraneo. La sua pelle si disidrata e s’infiamma facilmente, con periodi di recupero abbastanza lunghi.
Africano Le persone dell’area centrale dell’Africa hanno una pelle più scura degli indopakistani, con una maggiore tendenza alla ipopigmentazione. Mentre ci muoviamo verso la parte meridionale dell’Africa, il colore della pelle diventa nero profondo. Qui non ci sono rischi elevati di eritema o scottature, ma spesso si possono presentare aree iperpigmentate accanto ad altre ipopigmentate.
Asiatico Nell’Asia del Nord c’è un rischio da moderato a grave, simile a quello dei mediterranei, di eritemi e macchie scure. Nell’Asia centrale e meridionale questi esiti diventano ancor più importanti, come accade agli indopakistani, ma con una minore tendenza a sviluppare chiazze chiare. Nella beauty routine sono essenziali un’intensa idratazione, un’alta fotoprotezione, sieri antiossidanti, schiarenti e illuminanti.
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