SOS capelli: obiettivo protezione
Come la pelle anche i capelli soffrono degli effetti dei raggi ultravioletti, che mettono alla prova la loro struttura sin dalla radice, e degli infrarossi che, con il calore, disidratano il fusto, lasciando i capelli sfibrati e opachi. Se, poi, aggiungiamo l’azione del cloro delle piscine, della salsedine del mare, nonché dell’aumento dei lavaggi, magari con detergenti non adeguati alle mutate condizioni, il quadro si fa complesso. Ad aggravarlo ulteriormente, gli stress di tutto l’anno. Ossia: fattori ambientali (come clima secco, umido, ventoso, ma anche inquinamento, metalli pesanti, polveri sottili), sostanze chimiche (tra cui tinture, decolorazioni, permanenti, stirature), fonti di calore (tipo asciugacapelli, piastre, ferri roventi), infine traumi (da spazzole, pettini, elastici, cappelli, acconciature e così via). Condizioni che, a lungo andare, inevitabilmente deteriorano la cuticola (la parte più esterna del capello che protegge la corteccia del fusto), determinando una perdita della brillantezza del colore e della lucidità, fino a creare un graduale indebolimento della corteccia che provoca la rottura del fusto. In estate, poi, si altera facilmente anche l’equilibrio idrico del capello, rendendo la chioma secca, sbiadita e poco luminosa. Per questo serve prendersi cura della capigliatura così come si fa con la pelle. Anzi, a maggior ragione, perché i capelli, faticano a difendersi in estate, in quanto continuamente aggrediti durante l’anno, e non possiedono meccanismi d’autoriparazione.
Il parere dell’esperto
“L’esposizione ai raggi solari, ma anche e alle lampade UV artificiali, provoca danni ingenti, con modificazioni chimiche e fisiche al fusto, sia nei capelli sani che ‘patologici’, sottoposti o meno a trattamenti cosmetici. Danno che, tra l’altro, si manifesta a qualsiasi età”, avverte Magda Belmontesi, dermatologa.
La melanina naturale all’interno del fusto è un mezzo di protezione
estremamente debole per controllare l’effetto negativo dei raggi solari: tuttavia, maggiore è sua concentrazione nella corteccia, minore è il danno. “In linea di massima i capelli biondi sono meno fotostabili di quelli castani e neri, per la parziale protezione della melanina. Per lo stesso motivo i capelli grigi, che iniziano a comparire quando il pigmento della melanina non è generato alla radice dei capelli, sono quelli che subiscono il danno maggiore. Durante l’esposizione al sole gli aminoacidi che costituiscono la cheratina, cioè la proteina essenziale che determina elasticità, flessibilità e resistenza dei capelli, vengono danneggiati a scapito dell’aspetto e della texture della capigliatura. Così i capelli appaiono clinicamente più opachi, secchi, fragili e chiari, risultando, a detta delle pazienti, sfibrati, inariditi e scoloriti”. I trattati chimicamente tendono a sbiadire e ingiallirsi, rispetto a quelli naturali, mentre quelli ossigenati subiscono le modificazioni proteiche e lipidiche del fusto foto-indotte dai raggi UV. Nel capello decolorato vi è altresì una diminuzione del contenuto di zolfo, che corrisponde a una perdita di peso del capello stesso (2-3% in meno rispetto a uno naturale). L’eccessiva esposizione alle radiazioni solari provoca una foto-ossidazione, liberando radicali liberi nocivi per la matrice proteica e aumentando la porosità della cuticola (che, priva di melanina, non possiede quindi fattori naturali di protezione), tanto che i tempi di asciugatura si allungano. I capelli esposti alla luce solare, poi, mostrano una netta modificazione delle caratteristiche fisiche, con riduzione alla resistenza alla trazione, facilità alla rottura, minor efficacia dei trattamenti cosmetici (dalla messa in piega, alla tintura), aumento dei danni dei trattamenti chimici. “Oltre ai mutamenti chimico-fisici al fusto, va segnalato il danno attinico al bulbo del capello provocato dagli UVA, dovuto a modificazioni del DNA che inducono la morte cellulare. L’effetto di morte cellulare provocato dalle radiazioni è peraltro maggiore nelle cellule dell’organismo soggette a rapida proliferazione cellulare, come appunto nel bulbo del capello in fase di anagen (crescita), una delle strutture a maggior attività mitotica e proliferativa dell’organismo – precisa la dottoressa Belmontesi.
I consigli per la bellezza
Prima di partire
– Dal parrucchiere. Prenotare per tempo (almeno un mese prima della partenza per le vacanze) la seduta per tinture e decolorazioni, stirature e permanenti, al fine di non stressare inutilmente il capello.
– In valigia. Inserire shampoo delicati e poco schiumogeni, anche oleosi, per non intaccare la struttura del fusto, balsamo e maschera rigenerante, per rinforzare corpo e volume. Infine protettivi da applicare al sole, sotto forma di gel, spray, emulsioni e oli a seconda delle condizioni del capello e degli agenti stressogeni.
In vacanza
– Prima e durante l’esposizione al sole. Applicare sui capelli prodotti protettivi specifici anti UVA e UVB, magari contenenti agenti ristrutturanti che si attivano col calore. Vanno rinnovati spesso, almeno ogni tre ore. Le emulsioni sono perfette per mantenere morbidezza e idratazione anche con climi secchi, mentre gli oli sono ideali per proteggere da salsedine e cloro.
– Col sole a picco. Indossare un cappellino, purché leggero (perfetta la paglia) e sufficientemente comodo, per far ‘respirare’ il cuoio capelluto.
– Dopo il bagno. Sciacquare abbondantemente i capelli con acqua dolce, per rimuovere le tracce di salsedine, e riapplicare la protezione.
– Alla sera. Detergere con delicatezza è fondamentale. Lo shampoo deve essere delicato, con sostanze idratanti e igroscopiche. Poi applicare un balsamo o crema ristrutturante, in base alle condizioni dei capelli. Ottimi, soprattutto se i capelli sono trattati, gli oli vitaminici rivitalizzanti, come ad esempio quello di camelia, che restituisce ai capelli vitalità, disciplina e lucentezza, oppure il più ‘classico’ burro di Shea o burro di karitè, molto ricco di antiossidanti e vitaminie (tra cui A, D, E).
– L’asciugatura. Meglio naturale, quando possibile, evitando l’utilizzo di spazzole, piastre e phon. In ogni caso, non effettuare sfregamenti energici per eliminare l’eccesso di acqua, ma tamponare con l’asciugamano. Infine, meglio non pettinare i capelli quando sono umidi, perché bagnati sono più fragili e delicati, preferendo le dita o un pettine di legno a denti larghi.