E’ un disturbo che affligge spesso e volentieri il sesso femminile e tende a riacutizzarsi durante la stagione calda. Parliamo del linfedema, una patologia che colpisce i vasi linfatici. Molte cause patogene, congenite e acquisite, possono portare infatti i vasi linfatici a non svolgere la loro funzione e causare accumulo di liquidi e poi di sostanze negli spazi intercellulari. Ma facciamo un passo indietro…La circolazione degli arti inferiori si compone di tre sistemi: arterioso, venoso e linfatico. Le arterie portano sangue ossigenato e materie nutritive ai tessuti. Le vene, invece, portano via il sangue ricco di anidride carbonica e prodotti di degradazione. Infine i vasi linfatici drenano invece l’acqua e le grosse molecole in eccesso, proteine in particolare, che occupano gli spazi fra le cellule. I linfatici svolgono inoltre un’importante funzione difensiva contro batteri e agenti patogeni in genere.
UN DISTURBO TUTTO AL FEMMINILE
Spiega il dottor Marcello Ruspi, chirurgo vascolare, direttore sanitario del Centro Medico e Chirurgico San Pietro di Milano:
“Il linfedema è una specifica patologia degli arti inferiori che affligge quasi esclusivamente il sesso femminile. Ha una spiccata origine ormonale e può manifestarsi a qualsiasi età. Si manifesta con pesantezza agli arti inferiori e gonfiore soprattutto dopo una lunga ortostasi (cioè lo stare a lungo in “stazione eretta”). La stagione prediletta dal linfedema è l’estate, ma è durante tutto il corso dell’anno che si pongono le basi per la sua cura e la sua prevenzione.”
Ma come si diagnostica questa malattia? Continua Ruspi: “La diagnosi è essenzialmente clinica e non va confusa con la stasi di origine venosa (varici, sindromi post-trombotiche), che spesso si associano alla patologia. Il linfedema non va nemmeno confuso con tutti quegli edemi che derivano da deficit posturali del piede e che sono espressione di una insufficiente pompa muscolare. A questo punto gli esami strumentali indispensabili sono l’ ecocolordoppler che rimane il metodo d’elezione per una corretta diagnosi.”
LA TERAPIA DEL LINFEDEMA
Per un’efficace cura di questo disturbo occorre sempre ridurre l’edema (pressoterapia, per esempio, o linfodrenaggio) con una corretta integrazione di bioflavonoidi. E poi e mantenere sgonfi gli arti con una calza elastica (70 den, in farmacia).
“Basilare, poi, l’uso di tacchi di 4/5 cm – dettaglia il dottor Ruspi – e una buona funzione motoria a base di camminate, attività fisica (bicicletta, cyclette da camera, tapis roulant). Buona norma anche ricorrere a trattamenti come l’endermologie, da effettuarsi però presso un centro attrezzato e sotto continuo controllo del medico curante. Vietato invece il nuoto.” La vera terapia è però sempre la prevenzione da attuarsi durante tutto il corso dell’anno e rivolta soprattutto a quei pazienti che hanno familiarità positiva per linfedema. Si devono mettere in atto tutti i metodi necessari a tenere sgonfie le gambe sin dalla comparsa dei primi disturbi per evitare un inesorabile aggravamento della situazione fino a gradi estremi. Mai, infatti, come in questo caso, prevenire è meglio che curare